La trama
Ari ha 16 anni e, anche se è alto come un uomo, è ancora un ragazzo: canta come un angelo in un coro di voci celesti, e la sua mamma lo tratta come un bambino. Ha trascorso gli ultimi anni della sua vita a Reykjavik, in una zona di comfort sostenuta dalla madre iperprotettiva ed un ambiente di colori senza macchia, dove sembra che non ci sia spazio per cattiveria o ambiguità. Ma quando la madre va in Africa con il suo nuovo compagno, Ari viene portato a West Fjords, dove ha trascorso la sua infanzia, in modo che il padre può prendersi cura di lui. Non appena arriva, ci si rende conto che il padre non ha un buon carattere: teso, poco comunicativo con comportamenti da vichingo. Allo stesso tempo, Ari incontra di nuovo con i suoi amici d'infanzia, che, come lui, sono cresciuti e ora sono degli adolescenti confusi che vivono di eccessi. Oltre a questi cambiamenti, Ari comincia a sperimentare un risveglio sessuale: la sua curiosità viene stimolata e sente il desiderio represso di perdere la sua verginità con la sua amica d’infanzia. In questo paese Ari sta per scoprire bruscamente le angosce inerenti nel diventare uomo, mentre cerca di far fronte al padre ostinato.

Ci si imbarca in un viaggio insieme al giovane protagonista dalla capitale dell'Islanda a uno dei più remoti e affascinanti gli angoli del paese, dove si ritrova un panorama nordico estivo caratterizzato da montagne verdi cosparse di neve e il sole non tramonta mai: una debole luce soffusa conferisce al film un'atmosfera un po’ onirica, in cui l'aria risulta allo stesso tempo pura e inquietante. Rúnar Rúnarsson mantiene una mano così ferma sulla macchina fotografica che non enfatizza mai azioni particolari o li fa risaltare, anzi sono tutti raffigurati con il ritmo dolce che prevale quando si vive in un ambiente rurale. Attraverso la sua messa in scena, che si basa fortemente su silenzi e sguardi, il film rapisce l’attenzione facendo tornare lo spettatore a quel momento di isolamento personale e di smarrimento che vive l’adolescente.


Il regista
Rúnar Rúnarsson è un giovane sceneggiatore e regista islandese. Ha girato diverse pellicole tra cui il lungometraggio Vulcano e i cortometraggi Anna , Due uccelli e The Last Farm . Nel 2015 ha diretto il suo secondo lungometraggio, Sparrows, che tratta una storia di coming-of-age ed è stato presentato in concorso al 63 ° Festival di San Sebastián dopo essere stato presentato al 40 ° Toronto Film Festival.

Il trailer
https://www.youtube.com/watch?v=bvNw3WqecEo
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