All'interno della rassegna "Non è vero ma ci credo: dialoghi sulla Post-verità." 20-21 Maggio, Caffè Basaglia, Torino. https://www.facebook.com/events/407936652911149/
Nuovi media e post verità: come cambia l'informazione
h17.00
La grande diffusione dei mezzi tecnologi di e di Internet ha portato a un cambiamento nella creazione e nella ricezione delle informazioni: i cosidetti "filtri" tradizionali (televisione, giornali, dibattiti) hanno perso la loro autorità, comportando una maggior responsabilità da parte dell'individuo nella selazione delle informazioni.
Un'informazione senza filtro non è però possibile: nei social network quello che avviene è infatti la formazione di bubble filters (anche dette echo chambers), delle casse di risonanza dove le notizie vengono già filtrate in base alle proprie opinioni, abitudini e interessi. Ma come funzionano queste echo-chambers? Come avviene la costruzione della verità all'interno di questo contesto?
Gli esperti hanno indicato questa come l'epoca della post-verità (parola dell'anno 2016 per l'Oxford Dictionary), termine che si riferisce a circostanze in cui i fatti oggettivi sono meno influenti degli appelli a emozioni e credenze personali nel formare l’opinione pubblica. Se i dati oggettivi hanno perso la loro rilevanza, quali sono i presupposti perché un’informazione sia scientifica e veritiera?
Intervengono:
Nevio Dubbini: Ph.D. in Matematica applicata e data scientist. Ha fondato Miningful Studio, uno studio che offre servizi di analisi dati e statistiche in ambito accademico e aziendale. Molte volte si è confrontato con le certezze, le incertezze, e i pericoli nel trarre informazioni e conclusioni dai dati in settori molto diversi, che vanno dalla medicina, all'editoria, dall'ingegneria all'archeologia.
Stefano Tartaglia: Psicologo, Ph.D. in Psicologia di Comunità e Modelli Formativi. Attualmente è ricercatore nell'ambito della Psicologia Sociale dell'Università degli Studi di Torino. Tra i suoi interessi di ricerca vi sono lo studio dei fattori psicosociali legati alla discriminazione e degli effetti psicologici e sociali della diffusione delle tecnologie telematiche.