Emma ha una famiglia perfettamente normale fino a quando un giorno scopre che suo padre, Thomas, è transgender.
Emma ha 11 anni, gioca a calcio, passione trasmessa dal papà sin da quando era piccolissima, ha una sorella di 14 anni ed una vita felice. L’equilibrio salta quando i genitori annunciano la loro intenzione di divorziare perché Thomas, il papà, ha deciso di cambiare sesso e di diventare Agnete. Una scelta che provocherà sconvolgimenti che ogni componente della famiglia cercherà di affrontare come può. Quello di Emma sarà il percorso più duro. Quando la transizione avviene, sia il padre, divenuto Agnete, che la figlia, lottano per mantenere ciò che avevano costruito insieme, pur accettando che tutto è cambiato.

Alcune interessanti recensioni e interviste
Un papà che cambia sesso diventa una mamma o rimane un padre? Malou Reymann, attrice e filmmaker danese al suo esordio nel lungometraggio di finzione, racconta la sua storia vera, di vita, avendo avuto un padre che nella realtà ha cambiato sesso. Il film è sincero e delicato, tanto più che segue la vicenda dal punto di vista della figlia, Emma, e del suo percorso lungo e tortuoso di accettazione del cambiamento del genitore. Non viene fornito nessun dettaglio narrativo, nessuna spiegazione su quello che ha passato e sta vivendo Thomas: semplicemente all’inizio del film le figlie vengono convocate dai genitori e vengono comunicati loro, dalla madre, gli imminenti divorzio e cambio di sesso del padre. E nemmeno è chiaro quanto la crisi coniugale sia determinata da questa scelta, e perché questa sia stata presa proprio in quel momento. Così come non sapremo della vita sentimentale di Agnete: la regista mostra semplicemente il suo rapporto con le figlie. Un momento come quello che passa Thomas avviene dopo che la sua vita sentimentale, sessuale era stata impostata. Qualcuno le rinfaccerà di aver avuto dei figli.

A Perfectly Normal Family funziona come un perfetto film normale, con una buona fattura, con dei personaggi perfettamente scritti e perfettamente interpretati. A cominciare da Thomas/Agnete che incarna fedelmente le fattezze di una transessuale, lei che ci tiene all’eleganza e ai suoi vestitini fucsia. Per un attimo la regista la mostra anche nuda, in spiaggia, con il seno ma da lontano, mentre si tuffa in acqua. E straordinario il personaggio di Emma, e il suo coming of age che passa attraverso l’accettazione del nuovo genere del genitore. È significativamente una ragazza giovane ad avere le maggiori difficoltà in questo senso, mentre i nonni sembrano più aperti pur mantenendo solo una certa perplessità. Non vengono risparmiate a Emma tutte le umiliazioni, e i disagi come lo scherno dei compagni di classe.

A far decollare il film rispetto a una, pur sincera quanto semplice, ricostruzione di un travaglio famigliare, sono due scelte. La prima riguarda il sottotesto del calcio. Il film si apre con un homemovie con Emma neonata cui il padre Thomas sussurra frasi dolci anche in riferimento a quello sport. Dopo uno stacco vediamo Emma che è in effetti una giocatrice di football in una squadra femminile che peraltro sta avendo successo. Il calcio considerato come un qualcosa di maschile, diventa un ulteriore elemento di messa in discussione dell’identità di genere. La seconda invenzione di Malou Reymann è quella degli inserti di home movie, pezzi di un cinema secondario, filmati interni al film. Nel primo abbiamo la ripresa del padre sulla figlia neonata, la sua soggettiva che però per un attimo vuole fare credere che sia quella della bimba, segnando un percorso di vita comune. Gli home movie sono sempre quelli del passato, dei ricordi famigliari, di una vita ‘normale’ con una mamma e un papà. Ma l’accettazione di Emma del genere femminile acquisito del padre porta a un nuovo filmino, contemporaneo, dove ora è presente anche Agnete con i suoi bellissimi abiti da donna. L’approvazione e il riconoscimento avvengono attraverso il cinema e devono essere da questo fissati, per una regista che ha saputo usare il cinema come autoanalisi, sublimazione e catarsi della sua storia di vita.

E qui trovate un'interessante intervista alla regista: malou reymann

Infine il trailer del film: https://www.youtube.com/watch?v=PsB8RFnFFGM
collettivo.psicologia sinestesiateatro videocommunity cineteatrobaretti serenoregis psychetius arci cecchipoint officinecorsare